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PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE
PIANO OPERATIVO DI INTERVENTO MIRATO ALLA PREVENZIONE DIAGNOSI E CURA DEL
CARCINOMA DEL POLMONE, DELLA PROSTATA, DEL COLON RETTO E DELLA MAMMELLA
Il Ministero della
Sanità ha elaborato il Piano Oncologico Nazionale e i piani operativi di
intervento mirati per i quattro "big killer": tumore al polmone, alla
mammella, al colon retto e alla prostata. Ciò per razionalizzare l'assistenza e
la rete per la diagnosi precoce delle patologie tumorali e garantire le stesse
opportunità di cura per tutti i cittadini.
Il documento, oltre a tracciare il quadro delle incidenze
dei tumori nel nostro Paese, illustra gli strumenti più efficaci per la
prevenzione, sia primaria sia secondaria, da adottare per ridurre drasticamente
l'insorgenza di queste patologie attraverso screening periodici e diagnosi
precoci.
L'invecchiamento della popolazione
L'invecchiamento
della popolazione, la crescita del numero delle persone affette da patologia
oncologica, il conseguente aumento dei bisogni richiedono la capacità di
erogare risposte qualitativamente elevate oltre che integrate e coordinate. I
diversi livelli di complessità necessitano di continuità d'intervento e di
cura, oltre che di supporti psico-sociali che assicurino una migliore qualità
di vita dei pazienti.
Gli obiettivi
del Piano
Il Piano ha come
obiettivo la realizzazione di un concreto coordinamento degli interventi dal
lato professionale, istituzionale e gestionale, nei diversi settori
impegnati nell'erogazione di servizi per la prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione delle malattie oncologiche.
I miglioramenti
terapeutici ed assistenziali a vantaggio della qualità di vita dei pazienti
sono pertanto strettamente connessi alla definizione di specifici percorsi che
le strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, devono adottare per
garantire la continuità dell'assistenza durante le diverse fasi della malattia.
La situazione
italiana
In Italia sono
circa 110.000 i pazienti colpiti ogni anno da una delle quattro forme tumorali
definite "big killer", per le quali le possibilità di guarigione sono
ancora troppo basse. Si contano, poi, 11.000 i nuovi casi di cancro alla
prostata, 34.000 al colon retto, 35.000 al polmone e 27.000 sono le donne
colpite dal tumore alla mammella, ad oggi la prima causa di morte tra loro
(11.000 decessi l'anno, anche se, ultimamente, si registra una riduzione della
mortalità).
I1 livello generale
di performance del sistema sanitario italiano, inteso come capacità di
trasformare la spesa sanitaria totale in specifici obiettivi, è tra i più
elevati del mondo. Purtroppo però la quota di spesa pubblica sul totale della
spesa sanitaria è tra le più basse fra i Paesi industrializzati. Perciò il
cittadino italiano deve sempre più spesso ricorrere al mercato per soddisfare
le proprie esigenze di salute.
Indagini "Itacare"
ed "Eurocare"
Le indagini "Itacare"
ed "Eurocare" hanno dimostrato che i tassi di sopravvivenza a cinque
anni per la maggior parte dei tumori nelle regioni del Nord Italia sono
equivalenti a quelli registrati nei Paesi del Nord Europa, mentre per alcune
regioni del Centro e per quelle meridionali sono inferiori.
Un altro dato
rilevante è quello che deriva dal tasso di mortalità evitabile che, per quanto
riguarda i tumori ha ancora molti margini di miglioramento. Basti pensare che
tra il 1960 e il 1995 il tasso di mortalità neoplastica evitabile nel nostro
Paese è sceso del 13%, mentre in Olanda e nel Regno Unito la riduzione è stata
quasi doppia. Inoltre, mentre in questi ultimi due Paesi la mortalità evitabile
per cancro alla mammella si è, seppur di poco, ridotta , in Italia è aumentata
di circa il 27%.
Le differenze
tra Nord e Sud
Enormi problemi
esistono oggi in alcune regioni del Centro Italia e in quasi tutte quelle
meridionali in quanto a strutture e rete di assistenza oncologica.
Nel Lazio, che
rappresenta la media nazionale, su 16.000 pazienti, che ogni anno
necessiterebbero di trattamenti radioterapici, solo 6.000 vengono assistiti dal
servizio pubblico. Duemila trattamenti sono assicurati da servizi privati,
mentre ben 7-8.000 pazienti non ricevono alcun trattamento o subiscono tempi di
attesa incompatibili con un corretto regime terapeutico, oppure sono costretti
ad emigrare in altre regioni.
Per quel che
attiene alle strutture e servizi di oncologia medica, invece, nell'ultimo
decennio sono stati fatti notevoli passi in avanti, in particolare nel
meridione.
L'assistenza
domiciliare
L'assistenza domiciliare al paziente terminale è ancora carente su tutto il territorio nazionale. E' necessario pertanto che gli squilibri attualmente esistenti siano corretti attraverso il potenziamento dei servizi di assistenza.
Unità di cure
palliative e di assistenza domiciliare dovranno essere uniformemente distribuite
su tutto il territorio nazionale; a questo riguardo un'ottimale integrazione tra
assistenza ospedaliera e servizi territoriali dovrà garantire la continuità
assistenziale del paziente durante tutto il decorso della sua malattia.
Prevenzione e
diagnosi precoce
Sia al Nord, sia al
Sud è necessario potenziare i programmi di screening di provata efficacia.
La diagnosi tempestiva e precoce in oncologia è un obiettivo di grande importanza in quanto per la maggior parte dei tumori, essa può fortemente condizionare il successo della terapia.
A livello
individuale, poi, una diagnosi precoce può essere ottenuta attraverso la giusta
valutazione dei primi sintomi di allarme. Va pertanto garantito un rapido
accesso dei soggetti con sospetta neoplasia a centri qualificati per
l'accertamento diagnostico ed il trattamento terapeutico, coinvolgendo in
maniera integrata e coordinata le diverse competenze interessate (diagnostica
per immagini, chirurgia, radioterapia, oncologia medica).
Per tutti i tumori
vanno definiti specifici percorsi diagnostico-terapeutici, rapidi e
precisi. Dal momento del sospetto diagnostico il paziente ha bisogno di
usufruire di un insieme di attrezzature e di svariate competenze mediche per
giungere alla diagnosi; è importante pertanto che gli accertamenti siano svolti
in modo coordinato tra le strutture eroganti il servizio e rapidamente.
La possibilità di
disporre di tecnologie di elevata qualità, sia a livello diagnostico che
terapeutico, e contestualmente il conseguimento delle migliori forme di
integrazione di chirurgia, chemioterapia e radioterapia consentono di ottenere
migliori risultati in termini di sopravvivenza.
Piani di settore
regionali
In
ambito regionale si deve pertanto predisporre un piano di settore che preveda:
una dotazione tecnologica adeguata alle necessità epidemiologiche. Sotto questo aspetto particolarmente carenti risultano le strutture di radioterapia oncologica;
la
realizzazione dei Dipartimenti Oncologici che con la loro struttura
organizzativa garantiscano la pluridisciplinarietà e la tempestività della
cura. L'adeguamento strutturale e l'organizzazione dipartimentale, oltre a
migliorare la qualità dell'assistenza, consentono di ridurre il fenomeno
delle migrazioni sanitarie per cure (fonte di gravi disagi per i pazienti).
Favoriscono, inoltre, il contenimento dei costi diretti ed indiretti
dell'assistenza;
l'applicazione
di programmi di controllo della qualità sull'efficacia del momento
diagnostico-terapeutico;
il
coordinamento tra le strutture di cura, i servizi specialistici ed
ambulatoriali, e i medici di medicina generale; questi sono determinanti nel
migliorare la qualità dell'assistenza al paziente oncologico nella fase
extraospedaliera ed in quella terminale della malattia.
Qualità dei
trattamenti e qualità della vita del paziente
La valutazione dell'efficacia di un trattamento oncologico, accanto ai tradizionali parametri biologici, quali la sopravvivenza, il periodo libero da malattia e la tossicità, deve tenere conto anche di parametri di tipo qualitativo, che valutino la qualità di vita dei pazienti.
Oggi è
uniformemente accettato che almeno quattro variabili siano in grado di definire
in termini sufficientemente obiettivi il concetto di qualità di vita (QV):
effetti collaterali;
stato fisico;
tono dell'umore;
vita sociale.
Le applicazioni
cliniche del concetto di QV coinvolgono diverse aree dell'oncologia clinica. La
misurazione della qualità di vita rappresenta un momento fondamentale nella
valutazione economica di un trattamento oncologico. Alcuni studi suggeriscono
l'ipotesi che il concetto di QV possa essere considerato tra i fattori
predittivi della sopravvivenza dei pazienti. Naturalmente la valutazione di
questo parametro è fondamentale nelle cure palliative dei pazienti oncologici.
Idealmente una
valutazione della QV dovrebbe prevedere la raccolta di dati da effettuarsi
prima, durante ed al termine dei trattamenti.
La Commissione Oncologica Nazionale ritiene opportuno indicare le linee di intervento prioritario per il Servizio Sanitario Nazionale relativamente alle quattro patologie definite "big killer" (cancro della mammella, del polmone, del colon retto e della prostata), il cui impatto clinico e sociale e la rilevanza assistenziale è particolarmente significativo.
I piani di azione
suggeriti fanno riferimento alle Linee guida concernenti la prevenzione, la
diagnosi e l'assistenza in oncologia, con integrazioni di tipo pratico
operativo.
Per ciascuno di questi 4 tipi di patologia neoplastica sono individuati gli standard minimi di prevenzione, diagnosi e cura a cui ci si deve necessariamente attenere.
Per ogni tipo di patologia il Piano indica gli interventi prioritari di rapida applicazione.