CPR-SRP 8.3.01 - Piano oncologico nazionale - Allegato 1: indicazioni sui modelli tendenziali di organizzazione della rete dei servizi

Piano oncologico nazionale - Allegato n° 1 - Indicazioni sui modelli di organizzazione della rete dei servizi

(Conferenza permanente per i rapporti tra lo stato le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, provvedimento 8 marzo 2001)

1a) Unità operative di oncologia medica

Negli ospedali per acuti, ove prevista, l'articolazione organizzativa dei servizi di oncologia medica può comprendere:

La terapia chirurgica dei tumori è di primaria importanza nel controllo della malattia neoplastica. Peraltro la complessità delle strategie terapeutiche richiede la massima integrazione fra la chirurgia e le altre discipline implicate nella terapia dei tumori maligni. Tale integrazione può realizzarsi favorendo, in strutture ospedaliere complesse, l'istituzione di "chirurgie" particolarmente dedicate al trattamento dei tumori maligni, quali le chirurgie oncologiche o le chirurgie ad orientamento oncologico.

1b) Il Dipartimento oncologico

Il Dipartimento di oncologia, inteso come l'aggregazione tecnico-funzionale o strutturale, secondo le indicazioni del Decreto Legislativo 229, di competenze ed unità operative, rappresenta il livello ospedaliero di integrazione fra le unità operative coinvolte nella diagnosi, cura e riabilitazione dei malato oncologico.

Il Dipartimento di oncologia trova ulteriori livelli di integrazione tecnico-funzionale con il Dipartimento di Prevenzione, con il Distretto ed altri Dipartimenti, impegnati a vario titolo, nella realizzazione di programmi di prevenzione primaria, diagnosi precoce e monitoraggio epidemiologico. Al fine di realizzare il coordinamento di tutte le attività in materia di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie oncologiche, si può inoltre prevedere la costituzione, nell'osservanza delle disposizioni regionali in materia di accordi interaziendali, di Dipartimenti tecnico-funzionali oncologici interaziendali.

Il Polo oncologico

E' raccomandata la realizzazione di un efficace ed organico coordinamento a livello regionale di tutta l'attività oncologica, per garantire qualità omogeneità ed equità di intervento. In alcune realtà regionali tale azione di forte coordinamento può essere in grado di garantire un'ottimizzazione dei percorsi assistenziali, anche in riferimento al trattamento di patologie tumorali rare o comunque abbisognevoli, per la complessità del trattamento, di un approccio specialistico di alto livello. Nelle situazioni in cui tale rete regionale è insufficientemente sviluppata, ovvero i bacini di riferimento lo suggeriscano, l'alta integrazione può conseguirsi attraverso l'attivazione di poli oncologici che, in quanto dotati di oncologia medica, di chirurgia ad indirizzo oncologico e di radioterapia, preferibilmente insistenti in una stessa sede e comunque strettamente connesse in termini sia strutturali sia tecnico-funzionali, sono in grado di erogare risposte integrate e coordinate in funzione della complessità della patologia oncologica.

Nel Polo oncologico dovrebbero essere inoltre presenti competenze di prevenzione oncologica e di epidemiologia, con apposite Unità operative o strutture complesse, ove esistenti.

Per garantire un'effettiva attività integrata e di alta complessità, dovrebbero essere previste fra le attività del Polo quelle proprie di anatomia patologica, ematologia, diagnostica strumentale e di laboratorio, endoscopia, specialità d'organo, anestesia e rianimazione, riabilitazione, psicologia, nutrizione clinica, genetica e il servizio farmaceutico. Tali servizi, anche quando non dedicati esclusivamente alle attività oncologiche, ne dovrebbero supportare in modo determinante l'azione. Fatta salva l'autonomia organizzativa e normativa regionale, il Polo oncologico prevede articolazioni organizzative con il Dipartimento oncologico strutturato all'interno di presidi ospedalieri delle ASL, di AO, di strutture universitarie, secondo quanto previsto all'art. 6 del decreto legislativo 229, ovvero coincidere con gli I.R.C.C.S. oncologici. .

L'adeguamento delle strutture e delle modalità operative sopra indicate dovrebbe consentire inoltre di ridurre marcatamente la mobilità interregionale dei pazienti oncologici.

2d) I.R.C.C.S. oncologici

Gli I.R.C.C.S. ad indirizzo oncologico perseguono finalità di ricerca in campo biomedico e nella organizzazione e gestione dei servizi sanitari, oltre a fornire prestazioni di ricovero e cura. Gli I.R.C.C.S. sono qualificati ospedali di rilievo nazionale e di alta specialità per le patologie di maggior rilievo nazionale.

Gli I.R.C.C.S. garantiscono le funzioni di ricerca epidemiologica, preclinica e clinica. Funzione specifica di alto rilievo è la ricerca integrata tra competenze sperimentali e cliniche, con l'uso di alte e innovative tecnologie. E' compito degli I.R.C.C.S. il trasferimento dei risultati ottenuti al Sistema Sanitario Nazionale, per una migliore qualificazione della assistenza (attraverso il supporto tecnico e operativo alla rete delle strutture e dei servizi oncologici nell'esercizio delle loro funzioni, per il perseguimento degli obiettivi del P.S.N. nonché attraverso la formazione continua del personale)

L'attività assistenziale connessa all'attività di ricerca è svolta sulla base della programmazione regionale.