C) L'ASSETTO ORGANIZZATIVO
C1) Principi
Per rispondere agli obiettivi di efficacia e continuità di cure ai malati oncologici, devono essere soddisfatti almeno i seguenti principi, propri delle cure primarie:
La complessità, la variabilità individuale e la dinamicità dei problemi implicano l'approccio metodologico fondato su:
A tutela del malato e dei suoi familiari è raccomandata la costituzione di Unità di Valutazione Multidimensionali (U.V.M.) che, per i casi di particolare complessità e gravità, nel rispetto del diritto di libera scelta dell'utenza, garantiscano in ogni Distretto:
Considerando la numerosità degli assistibili, la peculiarità dei contenuti assistenziali e la corredata necessità di formazione specifica degli operatori, è necessaria la costituzione di nuclei transmurali, dedicati alle cure domiciliari e/o all'accoglimento in hospice, con modalità organizzative ed erogative volte a conseguire l'integrazione del Distretto con le altre componenti del sistema di offerta. Qualora la ristrettezza delle risorse non consenta tale strutturazione, si raccomanda di prevedere la costituzione di nuclei interdistrettuali o almeno l'impegno specialistico ripartito su più Distretti.
Per assicurare coerenza tra il momento valutativo e quello erogativo, le competenze dei diversi operatori assistenziali devono essere presenti nell'équipe valutativa della U.V.M., secondo necessità in ragione della frequenza e della gravità dei bisogni da soddisfare.
C2) Modalità assistenziali e criteri di eleggibilità
Tenuto conto dei principi organizzativi, il sistema di protezione socio-sanitaria ai malati oncologici si realizza lungo tutto lo svolgimento della malattia, con diverse modalità assistenziali.
C 2.1) Dimissioni protette
La necessità di continuazione domiciliare di interventi infermieristici, di prestazioni assistenziali non sanitarie, di riabilitazione fisica e psicologica e di cure palliative, oltre che la fornitura di ausili e presidi sono in genere prevedibili con congruo anticipo rispetto alla dimissione, rendendo di fatto possibile, nella maggior parte dei casi, la preventiva segnalazione al medico curante ed ai Servizi Distrettuali deputati, secondo procedure preventivamente concordate a livello locale.
Durante il ricovero ospedaliero la segnalazione deve avvenire il più precocemente possibile, almeno dall'insorgenza della non autonomia non autosufficienza del paziente, al fine di consentire una valutazione tempestiva, coerente ed integrata delle condizioni di salute e dell'ambiente di vita del paziente, per garantire la continuità assistenziale.
Il trasferimento del malato da un reparto di diagnosi e cura ad un programma di assistenza extraospedaliera avviene per proposta dell'ospedale e deve essere gestito secondo le procedure concordate a livello distrettuale, che dovranno prevedere il coinvolgimento del medico di medicina generale e del servizio accettante. Le dimissioni. protette devono essere garantite almeno ai soggetti che soddisfano simultaneamente i seguenti criteri:
Le dimissioni protette sano inoltre raccomandate per i malati che, pur non soddisfacendo i precedenti criteri, necessitano di assistenza continuativa a causa di uno stato di sofferenza psicologica e/o spirituale.
C2.2) Integrazione valutativo-terapeutica durante l'assistenza extraospedaliera
Dopo le prime fasi di approfondimento diagnostico e trattamento ospedaliero, è raccomandabile rivalutare la complessità dei bisogni al fine di limitare l'insorgenza o l'evoluzione di problemi correlati alla cura della persona, alla gestione delle attività quotidiane e alle relazioni interpersonali.
In questa fase della vita del paziente e del suo decorso clinico si raccomanda la circolarità delle informazioni tra medico specialista, medico di medicina generale e operatori distrettuali secondo un set minimo di dati che consegua:
A tal fine si raccomanda l'adozione di una cartella clinica integrata. La continuità di cura specialistica extraospedaliera è necessaria anche durante il trattamento della malattia in regime di day-hospital, ambulatoriale, domiciliare o residenziale ed assume le caratteristiche di consulenza specialistica, sia nel caso di richiesta estemporanea del medico di medicina generale, sia all'interno di un piano di intervento preventivamene concordato a livello distrettuale, di Assistenza Domiciliare Integrata. I criteri di eleggibilità riguardano pazienti oncologici con:
Infine, per pianificare coerentemente gli interventi assistenziali è consigliabile almeno una visita socio-sanitaria al domicilio del paziente, da concordarsi con il medico di medicina generale e con il paziente, due settimane dopo la dimissione ospedaliera. Tale procedura è utile, nonché gradita, per malati oncologici che rispondono simultaneamente ai seguenti criteri:
C2.3) Ammissione agevolata e protetta ai Servizi ospedalieri
La complessità dei bisogni dei pazienti oncologici consiglia la creazione di corsie preferenziali per l'eventuale accesso alle strutture ospedaliere, caratterizzate da modalità facilitate, sia nel caso di ricovero ordinario, sia qualora si rendessero necessarie prestazioni specialistiche di diagnosi e cura, parificando, in quest'ultimo caso, le procedure a quelle riservate ai degenti in ospedale. In particolare, la procedura per le ammissioni protette è raccomandata per pazienti che ottemperino contemporaneamente ai seguenti criteri:
C2.4) Cure palliative domiciliari
Secondo la definizione della Organizzazione Mondiale della Sanità, per cure palliative si intende una serie di interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentale risulta il controllo del dolore e degli altri sintomi e in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali. L'obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie.
Le cure palliative sono attivamente offerte all'unità di cura malato-famiglia attraverso un approccio transdisciplinare. Le cure palliative sono indicate:
Nel caso di un paziente da assistere al proprio domicilio, conseguitone il consenso e verificata la disponibilità della famiglia, i criteri di eleggibilità necessari e sufficienti per iniziare le cure palliative a domicilio sono:
Nell'ambito delle cure palliative, alla famiglia del malato è offerto un adeguato supporto per affrontare meglio le difficoltà dell'assistenza continua al congiunto, della riorganizzazione dei ruoli, dei compiti familiari, della preparazione al lutto. L'offerta di cure palliative non può prescindere da alcune caratteristiche organizzative e funzionali prioritarie ed irrinunciabili quali un'ottimale terapia del dolore e dei principali sintomi; la certificata competenza professionale da parte del personale coinvolto nell'assistenza; la fornitura tempestiva di ausili e presidi appropriati, rispetto al bisogno della persona ed al contesto nel quale essi devono essere utilizzati; l'addestramento dei congiunti all'assistenza continua del malato, sostenuta da una particolare capacità degli operatori domiciliari nelle tecniche educative. Una volta consolidate le caratteristiche precedenti, si auspica la realizzazione di:
Le cure palliative domiciliari sono offerte secondo i livelli essenziali di assistenza previsti e tra loro integrantesi:
C2.5) Hospice
L'Hospice è una struttura dedicata "ai pazienti in fase terminale che necessitano di cure finalizzate ad assicurare ad essi e ai loro familiari una migliore qualità della vita " (DM 28/9/1999) L'accoglimento in un hospice, oltre ad essere vincolato alla necessità di trattamenti che non richiedano un ricovero presso UU.OO. ospedaliere per pazienti acuti, è subordinato alla presenza di almeno una delle seguenti condizioni:
L'erogazione dell'assistenza è garantita da un'équipe transdisciplinare, la cui composizione minimale è rappresentata dalle seguenti figure professionali:
All'interno dell'hospice è auspicabile che sia garantita l'assistenza spirituale e l'integrazione del volontariato organizzato. L'Hospice ha modalità organizzativo\strutturali specifiche, che differiscono da quelle vigenti per i reparti ospedalieri per pazienti acuti, che sono definite nel D.M. 28/9/1999 e nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/1/2000 (Atto di indirizzo e coordinamento recante requisiti strutturali e tecnologici ed organizzativi minimi per i Centri Residenziali di Cure Palliative)