CPR-SRP 8.3.01 - Piano oncologico nazionale - Parte II - Gli obiettivi specifici intermedi: obiettivo specifico intermedio n° 1: assistenza distrettuale

Piano oncologico nazionale - Parte II - Gli obiettivi specifici intermedi: obiettivo specifico intermedio n° 1

(Conferenza permanente per i rapporti tra lo stato le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, provvedimento 8 marzo 2001)

1) ASSISTENZA DISTRETTUALE

Il Piano sanitario Nazionale 89\2000 precisa che, nell'ambito del nuovo assetto organizzativo del S.S.N., il Distretto rappresenta un centro di servizi e prestazioni, in cui la domanda di salute è affrontata in maniera unitaria e globale. Come specificato dal Decreto Legislativo 229, fatta salva l'autonomia organizzativa e normativa delle singole Regioni prevista dalle leggi vigenti, il Distretto è struttura operativa dell'Azienda Usl, dotata di autonomia gestionale, realizzata nell'ambito dei programmi approvati dall'Azienda, tenendo conto dei piani per la salute di zona e dell'organizzazione dei servizi, definiti di comune intesa con le amministrazioni comunali. Il Distretto garantisce i servizi di assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale, relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie, in quanto struttura operativa che meglio consente di governare i processi integrati tra istituzioni. L'art. 3 quater del Dlgs 229 stabilisce inoltre che la legge regionale disciplini l'articolazione in Distretti dell'Azienda sanitaria locale. Il Distretto è individuato dall'atto aziendale, L'Azienda sanitaria locale, tramite il Distretto, svolge e garantisce i seguenti compiti:

Ruolo del medico di medicina generale

Nell'ambito dell'assistenza sanitaria di base, ricompresa nella macroarea dell'assistenza distrettuale, il medico di medicina generale ed il pediatra di libera scelta, nell'ambito della specifica attività clinica prevista dagli accordi collettivi nazionali e regionali, devono interagire, a vari livelli, con le strutture che svolgono attività in campo oncologico, per assicurare l'iter diagnostico-terapeutico e assistenziale del paziente oncologico, quali referenti che si devono integrare funzionalmente con gli specialisti di settore. In tale contesto possono pertanto rappresentare il punto di riferimento per l'assistito, per l'adeguata immissione nel circuito ospedaliero e la continuità assistenziale, dopo la dimissione.

Il medico di medicina generale assume un ruolo determinante nella diagnosi tempestiva delle neoplasie, cui è legata, in buona parte, la possibilità di successo terapeutico. Il suo contributo è quindi strategico nel cercare di ridurre le diagnosi tardive. E' utile inoltre, a tal proposito, prevedere a livello regionale la definizione e adozione dei provvedimenti necessari per ridurre i tempi di attesa degli accertamenti diagnostici e le consulenze specialistiche e, più in generale, per favorire la comunicazione, tra medici di medicina generale e medici specialistici, e l'integrazione assistenziale tra ospedale e territorio.

Il medico di medicina generale può svolgere un ruolo specifico nei programmi di follow-up dei pazienti oncologici, sempre tramite una stretta integrazione con gli specialisti del settore, anche al fine di privilegiare le prescrizioni di procedure diagnostiche necessarie ed appropriate in termini di efficacia e di rispetto della qualità di vita.

Per quanto attiene il ruolo svolto dal medico di medicina generale nei confronti delle iniziative di prevenzione primaria e secondaria e delle attività connesse all'implementazione dei programmi di assistenza domiciliare integrata, si rimanda ai rispettivi capitoli del presente Piano.


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