LINEE GUIDA CONTENENTI LE INDICAZIONI DELLE PROCEDURE E DELLE TECNICHE DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
(Decreto del Ministero della salute, 21 luglio 2004)
(sostituito dal DMS 11.04.08 - ndr)
INTRODUZIONE
Secondo una prima definizione la sterilità, almeno nella donna, andrebbe distinta dall'infertilità, intesa come incapacità di condurre la gravidanza fino all'epoca di vitalità fetale. Nell'uomo, invece, essendo il concetto di aborto ovviamente estraneo alla patologia della riproduzione, i due termini vengono largamente utilizzati come sinonimi.
Secondo un'altra definizione una coppia è considerata infertile quando non è stata in grado di concepire e di procreare un bambino dopo un anno o più di rapporti sessuali non protetti, mentre è sterile la coppia nella quale uno o entrambi i coniugi sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile la procreazione. Secondo questa interpretazione il termine "sterilità" si riferisce, quindi, ad una condizione più grave e comunque assoluta di "infertilità" riguardante la coppia e non il singolo membro di essa.
Ai fini delle presenti linee guida i due termini, infertilità e sterilità, saranno usati come sinonimi.
Viene definita sterilità (infertilità) l'assenza di concepimento, oltre ai casi di patologia riconosciuta, dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali non protetti.
Tutte le coppie che non ottengono gravidanza nei termini sopra definiti costituiscono la popolazione delle coppie infertili. Questa popolazione è costituita da:
I dati relativi all'incidenza ed alle principali cause di sterilità sono simili a livello mondiale.
Nella tabella che segue sono riportati i dati pubblicati da Collins e Spira.
Cause di Sterilità | ||
CAUSA DI STERILITA' | SPIRA
FREQUENZA |
COLLINS
FREQUENZA |
Fattore femminile | 57% | 54% |
Difetto ovulatorio | 29% | 27% |
Fattore tubarico | 16% | 22% |
Endometriosi | 7% | 5% |
Fattore Cervicale | 2% | / |
Fattore Uterino | 3% | / |
Fattore Maschile | 21% | 25% |
Sterilità inspiegata | 4% | 17% |
Fattore Masch-Femm. | 18% | / |
Altri | 4% | / |
Nella nostra società motivazioni molteplici di ordine sociale, economico e culturale portano molte donne a rinviare oltre la terza decade di vita la ricerca di un concepimento. Dagli ultimi dati relativi alla natalità in Europa, infatti, emerge che l'età media in cui la donna italiana partorisce il primo figlio è 30 anni, dato aumentato rispetto al precedente rilievo del 1990 dove risultava essere di 29 anni.
Il fattore temporale si concretizza in tre differenti aspetti e condiziona le strategie diagnostiche:
Età della donna: è uno dei principali limiti posti alla fertilità
umana. Con l'età, inoltre, aumenta il rischio di abortire spontaneamente. Tale
rischio risulta essere pari al 10% circa per donne di età < 30 a,nni, al 18%
per i soggetti con età compresa fra i 30 e i 39 anni, al 34% per le donne
intorno ai 40 anni.
Donne di età superiore ai 35 anni hanno una più elevata probabilità di avere
difficoltà riproduttive in relazione ad aneuploidie determinate da
non-disgiunzioni cromosomiche.
La capacità riproduttiva della coppia subisce un declino con l'età. Tale
fenomeno si manifesta in maniera più sensibile nella donna; l'aspettativa di
avere un figlio per una coppia nella quale è presente una donna di età > 35
anni è ridotta del 50% rispetto alle coppie nelle quali le donne hanno un'età
inferiore. Sebbene esistano evidenze scientifiche che la fertilità nella donna
diminuisca a partire dai 25 - 28 anni è unanimemente accettato che la riduzione
della capacità riproduttiva nella partner femminile inizi intorno ai 35 anni
con un progressivo e considerevole calo fino al completo esaurimento della
funzionalità ovarica.
Esposizione alla probabilità di concepire: la durata dell'infertilità rappresenta il criterio che seleziona la prognosi riproduttiva della coppia a prescindere dalla diagnosi di sterilità. Coppie con una condizione di sterilità di lunga durata hanno una prognosi riproduttiva sfavorevole.
Riserva ovarica: la gonade femminile, diversamente da quella maschile,
è costituita da un numero finito di unità follicolari, e quindi di cellule
uovo, che rappresenta un patrimonio predeterminato suscettibile di un
irreversibile depauperamento. Esiste una soglia critica di patrimonio
follicolare, al di sotto di cui vi è una riduzione della potenzialità
riproduttiva della donna che può rappresentare l'unico elemento determinante la
sub-fertilità, che può essere dovuta all'età riproduttiva avanzata ma anche
ad un ridotto patrimonio follicolare congenito (dissociazione tra età
anagrafica e patrimonio follicolare), o alla interferenza di fattori iatrogeni o
patologici sulla consistenza e consumo del patrimonio follicolare (infezioni,
esiti chirurgici, fattori ambientali, stili di vita, etc.).
Un orientamento sulla riserva ovarica può essere ottenuto tramite la
valutazione dei livelli di FSH ed estradiolo eseguita in III giornata del ciclo.